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La direttiva del reporting di sostenibilità esg delle imprese – CSRD

30 Novembre 2022

Il Consiglio europeo ha approvato in via definitiva la direttiva sul reporting di sostenibilità delle imprese, il Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). Secondo questa normativa, grandi imprese europee di interesse pubblico con più di 500 dipendenti dovranno redigere un report di sostenibilità volto a divulgare informazioni riguardanti tematiche legate alla sostenibilità. Essa sostituirà la direttiva 2014/95/EU (Non Financial Reporting Directive) con lo scopo di allargare il numero di imprese coinvolte, introdurre degli standard comuni di reporting e allinearli con le normative UE sulla finanza sostenibile.

Di conseguenza crescerà il numero di imprese responsabili del loro impatto sulla società e le nuove norme le guideranno verso un’economia vantaggiosa non solo per le persone ma anche per l’ambiente.
I dati sull’impronta ambientale e sociale saranno disponibili al pubblico per chiunque sia interessato a conoscerli. Allo stesso tempo, i nuovi requisiti estesi sono adattati alle varie dimensioni delle aziende e forniscono loro un periodo di transizione sufficiente per prepararsi.
La CSRD, presentata dalla Commissione europea nell’aprile del 2021 nell’ambito del Green Deal europeo e dell’Agenda per la finanza sostenibile, modifica e rafforza la direttiva sulla rendicontazione non finanziaria (NFRD) del 2014 che non sono più adeguate alla transizione dell’UE verso un’economia sostenibile.

È necessario, infatti, che i mercati finanziari abbiano accesso a informazioni ambientali, sociali e di governance che siano affidabili, pertinenti e comparabili se si vuole che il capitale privato venga incanalato verso il finanziamento della transizione verde e sociale. La divulgazione di informazioni sulla sostenibilità potrebbe attrarre ulteriori investimenti e finanziamenti per facilitare la transizione verso un’economia sostenibile, come descritto nel Green Deal.

Le nuove regole
La CSRD introduce requisiti di rendicontazione più dettagliati e garantisce che le grandi imprese siano tenute a riferire su questioni di sostenibilità come i diritti ambientali, i diritti sociali, i diritti umani e i fattori di governance.
Le nuove norme sul reporting di sostenibilità si applicheranno alle grandi imprese di interesse pubblico con più di 500 dipendenti, a tutte le grandi imprese con più di 250 dipendenti e un fatturato di 40 milioni di euro e a tutte le società quotate sui mercati regolamentati, ad eccezione delle microimprese.
Queste società sono anche responsabili della valutazione delle informazioni applicabili alle loro controllate.
Le regole valgono anche per le PMI quotate, tenendo conto delle loro caratteristiche specifiche. Per le PMI quotate sarà possibile un opt-out durante un periodo transitorio, che le esenterà dall’applicazione della direttiva fino al 2028.

Per le società non europee, l’obbligo di fornire un rapporto di sostenibilità si applica a tutte le società che generano un fatturato netto di 150 milioni di euro nell’UE e che hanno almeno una filiale o una succursale nell’UE. Queste società devono fornire un rapporto sugli impatti ambientali, sociali e di governance (ESG), come definito nella direttiva.

L’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) sarà responsabile dello sviluppo degli standard europei, sulla base della consulenza tecnica di diverse agenzie europee.

Data di applicazione
L’applicazione del regolamento avverrà in quattro fasi:

  • la rendicontazione nel 2025 sull’esercizio 2024 per le società già soggette alla NFRD;
  • la rendicontazione nel 2026 sull’esercizio finanziario 2025 per le società che non sono attualmente soggette alla NFRD;
  • la rendicontazione nel 2027 sull’esercizio finanziario 2026 per le PMI quotate, ad eccezione delle microimprese, degli istituti di credito di piccole dimensioni e non complessi e delle imprese di assicurazione captive;
  • la rendicontazione nel 2029 sull’esercizio finanziario 2028 per le imprese di Paesi terzi.

Le prossime tappe

Dopo l’approvazione della posizione del Parlamento europeo da parte del Consiglio, l’atto legislativo è stato adottato. Dopo essere stato firmato dal Presidente del Parlamento europeo e dal Presidente del Consiglio, sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea ed entrerà in vigore 20 giorni dopo. Inoltre, le nuove regole dovranno essere attuate dagli Stati membri 18 mesi dopo.

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