Gestione delle emergenze negli ambienti sospetti di inquinamento o confinati
Per la prevenzione degli infortuni negli ambienti sospetti di inquinamento o confinati è fondamentale l’elaborazione di adeguate procedure di emergenza e, soprattutto, di salvataggio, tema che spesso è ampiamente sottovalutato.
La formazione sul potenziale
pericolo di asfissia ed intossicazione è importante sia per gli operatori in ambienti confinati, sia per chi, in situazioni di emergenza, si ritrovi a dover intervenire in soccorso di altri. È noto, infatti, che la maggior parte delle vittime in ambienti confinati è rappresentata dai
soccorritori dell’operatore infortunato che, non essendo adeguatamente informati sui pericoli e rischi presenti e non sapendo come procedere, intervengono per prestare aiuto, ritrovandosi quindi coinvolti nello stesso problema che cercavano di risolvere.
Il datore di lavoro, così prevede la normativa, deve valutare i rischi di tali attività e di conseguenza elaborare il
piano di emergenza per l’ambiente confinato in cui si deve operare, mettere a disposizione dei lavoratori idonei mezzi e dispositivi di salvataggio e provvedere all’informazione, alla formazione e all’addestramento dei lavoratori anche per quanto riguarda la gestione delle emergenze.
È importante sottolineare che il tempo a disposizione per un soccorso di successo è estremamente limitato, basti pensare
che in soli 4 minuti un lavoratore che permanga in un’atmosfera carente di ossigeno può perire a causa di asfissia.
La scelta della tipologia di soccorso da impiegare deve essere effettuata caso per caso, in base alla valutazione specifica di ogni ambiente confinato, ma deve essere sempre garantita anche la tecnica di autosoccorso. In particolare coloro che accedono ad ambienti confinati devono essere dotati di strumentazione idonea a permettergli di verificare la qualità dell’aria che stanno respirando e di apparati c.d. “uomo a terra” atti a rilevare uno stato di mancanza di conoscenza, apparati che ovviamente questi addetti devono saper utilizzare correttamente.
Il piano di emergenza non è però di per sé sufficiente a garantire un soccorso efficace senza ulteriori vittime oltre all’infortunato, è infatti necessario che le persone designate alla squadra di salvataggio dispongano delle competenze idonee ai tipi di emergenza previsti, che siano
formate e addestrate e che abbiano a disposizione i dispositivi di protezione necessari all’ingresso nell’ambiente confinato, rispetto all’uso dei quali devono avere ricevuto adeguato addestramento. Il soccorritore dovrebbe inoltre possedere delle competenze sanitarie di primo soccorso, oltre a competenze nell’uso di strumentazioni tecniche (deve sapere come utilizzare, ad esempio, gli apparati di monitoraggio della qualità dell’aria e della presenza di agenti chimici contaminanti).
La formazione prescritta ex DPR n. 177/2011 vede coinvolti i seguenti attori:
- tutti i lavoratori interessati alle attività di cui trattasi
- il datore di lavoro, nel caso sia egli stesso operativo nelle attività in spazi confinati
- i preposti.
Si tratta di una
formazione specifica aggiuntiva in funzione della particolarità delle attività lavorative in ambienti confinati e delle caratteristiche aziendali, delineata dalla norma citata per quanto riguarda i contenuti minimi, la durata e le modalità della formazione stessa.
I lavoratori che operano in ambienti confinati devono essere inoltre
addestrati sui seguenti aspetti:
- Utilizzo dei dispositivi di protezione individuale di III categoria (dispositivi “salvavita”);
- Utilizzo delle strumentazioni e attrezzature di lavoro;
Procedure operative di sicurezza;
- Procedure di emergenza e salvataggio.
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